GLI EFFETTI DELL'INFLAZIONE
QUALI CONSEGUENZE PROVOCA L'INFLAZIONE?
EFFETTI DELL'INFLAZIONE
In un sistema economico caratterizzato da un'elevata inflazione regna un clima di incertezza e di sfiducia nel futuro.
Oltre a ciò l'inflazione provoca degli effetti ben precisi:
- sulla distribuzione del reddito;
- sui crediti;
- sui risparmi;
- sulla produzione;
- sui rapporti internazionali;
- sul debito pubblico.
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SULLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO
Un primo effetto dell'inflazione si ha sulla distribuzione del reddito.
A risentire maggiormente delle conseguenze negative dell'inflazione sono coloro che percepiscono dei redditi fissi come i lavoratori dipendenti e i pensionati. Mentre i prezzi dei beni aumentano continuamente, i salari nominali vengono aumentati solamente periodicamente in occasione dei rinnovi contrattuali: la conseguenza è che si ha una riduzione dei salari reali.
Invece, coloro che percepiscono dei redditi variabili, come i professionisti, gli artigiani e i commercianti, andranno a variare i compensi richiesti per le loro prestazioni o i prezzi dei beni ceduti in modo da adeguarli al mutato potere di acquisto della moneta.
Per evitare tali situazioni, In Italia, a partire dal 1945, fu introdotto un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all'inflazione, meccanismo che prendeva il nome di scala mobile e che negli anni '80 è stato profondamente rivisto per essere poi abolito nel 1992.
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SUI CREDITI
L'inflazione favorisce i debitori a discapito dei creditori.
Nel momento in cui viene contratto un prestito, la moneta ha un certo potere di acquisto. Se, nel periodo di durata del prestito, il potere di acquisto della moneta si riduce a causa dell'inflazione, il debitore restituirà una somma di denaro, da un punto di vista nominale, uguale a quella ricevuta al momento in cui il debito è sorto, ma con un potere di acquisto inferiore a causa dell'inflazione.
Esempio: il signor Bianchi concede al signor Rossi un prestito di 1.000 euro per un anno. Se nel corso dell'anno l'inflazione è pari al 25%, il signor Rossi restituirà alla scadenza sempre 1.000 euro, ma che avranno un potere d'acquisto inferiore di 1/4 rispetto alla moneta ricevuta in prestito.
Se, ad esempio, Bianchi, al momento di concedere il prestito, con 1.000 euro avrebbe potuto comprare un computer di un certo modello x, alla scadenza del prestito, avrà bisogno di 1.250 euro per comprare lo stesso computer.
In periodi di elevata inflazione, i creditori possono tutelarsi mediante l'indicizzazione dei prestiti: in altre parole, la somma da restituire alla scadenza deve tenere conto della perdita del potere di acquisto della moneta.
Esempio: il signor Bianchi presta 1.000 euro per un anno al signor Rossi e le parti prevedono l'indicizzazione del prestito. Nel corso dell'anno l'inflazione è stata pari al 10%. Rossi alla scadenza dovrà restituire 1.100 euro (1.000 + 10% x 1.000).
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SUI RISPARMI
L'inflazione provoca una riduzione dell'offerta di risparmi: le famiglie, prevedendo degli aumenti dei prezzi futuri, preferiscono acquistare oggi anche beni dei quali avranno bisogno in seguito. In questo modo esse ridurranno la liquidità in loro possesso e soggetta a perdita di valore.
Infatti l'inflazione danneggia i risparmiatori:
- sia coloro che non hanno investito i loro risparmi e li tengono in forma liquida, come i titolari di libretti a risparmio;
- che coloro che hanno effettuato investimenti sui quali percepiscono dei redditi fissi, come coloro che hanno acquistato titoli di Stato o obbligazioni.
Questi soggetti vedono ridursi il potere di acquisto dei loro risparmi.
Esempio: se un titolare di un libretto di risparmio percepisce un interesse annuo del 2%, mentre il tasso di inflazione è del 5%, egli avrà una perdita del potere di acquisto pari al 3% (5% - 2%)..
La stessa cosa accade se il titolare di un'obbligazione percepisce un interesse dell'8%, mentre l'inflazione è pari al 10%: la sua perdita sarà del 2% (10% - 8%).
Nei periodi nei quali l'inflazione è piuttosto alta e prolungata, si avranno effetti negativi sulla formazione del risparmio, scoraggiandolo, e ciò può frenare gli investimenti con riflessi negativi sullo sviluppo economico del paese. Spesso, in questi periodi, si assiste alla decadenza di alcuni importanti settori dell'economia nazionale.
L'inflazione può, per le ragioni dette sopra, favorire coloro che decidono di investire in titoli a reddito variabile oppure in beni-rifugio come case, terreni, oro, diamanti, ecc.., che non perdono valore nel corso del tempo.
Esempio: si supponga che l'inflazione annua sia pari al 10%. Mario Rossi, con i propri risparmi, acquista un appartamento del valore di 100.000 euro. Dopo un anno il valore nominale dell'appartamento sarà di 110.000 euro e il suo valore reale rimarrà invariato.
Le banche dovranno, nel tempo, aumentare i tassi di interesse sui depositi per compensare la perdita del potere di acquisto della moneta, altrimenti le famiglie preferiranno destinare il proprio reddito ai consumi immediati anziché tenerne una parte sotto forma di risparmi.
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SULLA PRODUZIONE
L'inflazione può avere, invece, effetti positivi sulle imprese, per lo meno nel breve periodo.
Se l'imprenditore acquista, in un periodo in cui non c'è inflazione o essa è bassa, i fattori produttivi ad un certo prezzo e successivamente, una volta concluso il ciclo produttivo vende ad un prezzo maggiore rispetto al solito, a causa dell'inflazione, egli realizza quella che viene definita rendita di inflazione, cioè un guadagno di tipo speculativo. La stessa cosa accade con i commercianti che detengono merce in magazzino acquistata quando non c'era l'inflazione e rivenduta a prezzi maggiorati per adeguarli ad essa.
Esempio: l'impresa Alfa Srl acquista materie prime e lavoro, in un periodo nel quale non c'è inflazione, ai prezzi consueti. Una volta ottenuta la produzione l'inflazione si attesta al 10%. L'impresa non vende il prodotto al solito prezzo, ma ad un prezzo maggiorato del 10%. Questo 10% in più costituisce la rendita di inflazione.
Ad avvantaggiare gli imprenditori vi è anche il fatto che essi, in molti casi, acquistano materie prime con capitali presi a prestito e, come tutti i debitori, sono favoriti nei periodi di inflazione.
Tuttavia, questi vantaggi sono solamente momentanei. A lungo andare l'inflazione si riflette negativamente sugli investimenti industriali perché:
- i risparmi vengono scoraggiati;
- i tassi di interesse crescono per cui prendere dei capitali a prestito per finanziare la propria attività diventa sempre più costoso;
- diventa difficile fare calcoli economici corretti e, di conseguenza, effettuare attente previsioni e programmazioni aziendali.
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SUI RAPPORTI INTERNAZIONALI
L'inflazione rende i prodotti nazionali meno competitivi sui mercati esteri, dato che provoca un aumento dei loro prezzi. Di conseguenza le esportazioni sono danneggiate, mentre le importazioni diventano più convenienti.
EFFETTI DELL'INFLAZIONE SUL DEBITO PUBBLICO
L'inflazione ha effetti negativi anche sul debito pubblico.
Aumentando i prezzi, lo Stato è costretto a spendere di più per erogare i servizi pubblici: cresce, quindi, la spesa pubblica.
Come abbiamo avuto modo di vedere, l'aumento della spesa pubblica può essere una delle cause dell'inflazione qualora ciò generi un aumento della domanda a cui non corrisponde un aumento dell'offerta. Se ciò si dovesse verificare si innesca un circuito a spirale (aumento dell'inflazione = aumento della spesa pubblica = aumento dell'inflazione) molto difficile da controllare.
RICAPITOLANDO
SOGGETTI SVANTAGGIATI DALL'INFLAZIONE:
- Lavoratori dipendenti
- Pensionati
- Piccoli risparmiatori
- Creditori
- Consumatori finali
- Esportatori
SOGGETTI NON SVANTAGGIATI DALL'INFLAZIONE:
- Titolari di redditi variabili
- Debitori
- Imprenditori e commercianti
- Importatori