DALLO STATUTO ALBERTINO ALLA COSTITUZIONE ITALIANA
LE RADICI STORICHE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
FORMAZIONE POLITICA DELLO STATO ITALIANO
Politicamente lo Stato italiano ha avuto una formazione piuttosto lenta.
Tutto si può far risalire alle guerre di indipendenza combattute tra il 1848 e il 1866 che portarono il Regno di Sardegna a diventare il Regno d'Italia.
Vittorio Emanuele di Savoia, re di Sardegna, divenne re d'Italia.
Il Regno d'Italia era unito, libero ed indipendente. Esso presentava i seguenti caratteri:
- era una monarchia;
- era una monarchia di diritto che riconosceva libertà civili e politiche;
- era rappresentativa data la presenza di un Parlamento;
- era costituzionale, per la presenza di una Costituzione che era lo Statuto Albertino.
LO STATUTO ALBERTINO
Nel 1848, il Re di Sardegna Carlo Alberto, aveva concesso ai suoi sudditi una Costituzione che fu detta Statuto Albertino. Si trattava di un'iniziale forma di Costituzione che era stata concessa dal re e non promulgata da un'Assemblea Costituente che rappresentasse i cittadini dello Stato.
Lo Statuto Albertino divenne la Costituzione del nuovo Regno d'Italia.
Esso si ispirava alla Costituzione francese del 1830 e a quella belga del 1831 ed era una Costituzione flessibile, cioè una Costituzione che poteva essere facilmente modificata mediante le leggi ordinarie emanate dal Parlamento.
Esso affermava:
- l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge;
- riconosceva le libertà civili e politiche;
-
introduceva un Parlamento formato da due
Camere:
- una Camera dei deputati eletta con un sistema di suffragio ristretto, in quanto il voto poteva essere esercitato solamente dai cittadini più ricchi;
- un Senato i cui membri erano scelti dal Re.
Lo Statuto Albertino si basava sulla separazione dei poteri:
- il potere legislativo spettava al Parlamento e al Sovrano. Il Re aveva un diritto di veto sulle leggi;
- il potere esecutivo spettava al Re che aveva il potere di nominare e revocare i ministri;
-
il potere giudiziario spettava ai giudici, i quali erano nominati dal Re che era anche capo della Magistratura.
Al Re spettava anche il ruolo di capo dell'esercito.
Il potere del sovrano, quindi, era molto ampio.
Successivamente esso andò riducendosi:
-
fu previsto il voto di sfiducia con il quale il Parlamento poteva far cadere il Governo;
-
i ministri, pur continuando ad essere nominati da Re, dovevano avere anche l'approvazione del Parlamento.
Gradualmente, quindi, l'Italia divenne una monarchia parlamentare.
SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE
Inizialmente lo Statuto Albertino prevedeva che i membri della Camera venissero eletti dai cittadini maschi, ma solamente quelli più ricchi.
Nel 1919 fu introdotto il suffragio universale maschile: tutti i cittadini maschi di età superiore ai 20 anni, a prescindere dal censo, avevano il diritto di eleggere i propri rappresentanti alla Camera. In questo modo, in Parlamento, non vi erano più solamente gli appartenenti ai partiti delle classi più agiate, ma anche quelli dei partiti che rappresentavano il popolo.
IL PERIODO FASCISTA
La prima guerra mondiale portò al completamento dell'unità d'Italia con l'annessione del Trentino e di Trieste.
Nell'ottobre del 1922, l'avvento del fascismo, segnò la fine dello Stato democratico in Italia.L'allora Re, Vittorio Emanuele III, scelse come Capo del Governo Benito Mussolini. La scelta del Sovrano non fu pienamente costituzionale dato che il partito fascista era una minoranza all'interno della Camera e quindi un suo esponente non avrebbe potuto diventare Capo del Governo.
Lo Statuto Albertino rimase in vigore, ma vi furono apportate modifiche tali da snaturarlo completamente e da rendere l'Italia uno Stato totalitario con la presenza del solo partito fascista sulla scena politica. Il ruolo della Camera fu sminuito: essa venne sottomessa al Governo. Fu creata la figura del primo ministro, che era il capo del Governo, e che aveva poteri estremamente ampi e rispondeva di fronte al Re e non di fronte al Parlamento.
La Camera dei deputati venne soppressa e sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Vennero, inoltre, soppresse le libertà sindacali e civili.
Nel campo del lavoro lo Stato regolava direttamente i rapporti di lavoro.
Fu reintrodotta la pena di morte per i reati contro lo Stato e divenne un reato penale il dissenso politico.
Furono perseguitati gli ebrei con le reggi razziali.
La seconda guerra mondiale segnò la fine del fascismo.
DALLO STATUTO ALBERTINO ALLA COSTITUZIONE ITALIANA
Il 2 giugno del 1946 fu indetto un referendum che portò il popolo a scegliere tra monarchia e repubblica e ad eleggere l'Assemblea Costituente.
Dopo 25 anni si tornò ad avere delle elezioni libere. inoltre, per la prima volta votarono anche le donne.
Il popolo scelse la forma repubblicana.
All'Assemblea Costituente, composta da 556 membri che rappresentavano tutti i partiti della Resistenza, spettò il compito di redigere la nuova Costituzione repubblicana.
L'Assemblea Costituente scelse 75 dei suoi membri per formare una Commissione che avrebbe dovuto elaborare il progetto della nuova Costituzione da promulgare nell'arco di 8 mesi. Questo tempo non fu sufficiente e fu prorogato per ben due volte finché, il 22 dicembre del 1947 fu definitivamente approvato il testo della Costituzione italiana che venne promulgata, dal Presidente provvisorio della Repubblica italiana Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947.
La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio del 1948.