I REGIMI DEL TASSO DI CAMBIO

CAMBI FISSI, FLUTTUANTI, FLESSIBILI

DIVERSI REGIMI DI CAMBIO

Tre sono i possibili regimi del tasso di cambio:

  • il regime dei cambi fissi;
  • il regime dei cambi fluttuanti;
  • il regime dei cambi flessibili.

REGIME DEI CAMBI FISSI

Alcuni Stati adottano un regime di cambi fissi: essi, cioè, si impegnano a mantenere i tassi di cambio tra le diverse valute, fissi e consentire solamente delle modeste oscillazioni entro dei limiti prefissati e piuttosto ristretti.

Il più noto regime di cambi fissi fu quello adottato nel 1944 dalla Conferenza mondiale di Bretton Woods. Tale regime prevedeva un sistema di cambi agganciato al dollaro USA che era, all'epoca, la moneta più forte sul mercato internazionale. Per questo motivo il regime fu detto dollar exchange standard. Tutti i paesi aderenti all'accordo avevano fissato un certo rapporto di cambio tra la loro moneta e il dollaro. Tale rapporto doveva rimanere fisso, salvo la possibilità di oscillazioni entro l'1% in più o in meno. Il dollaro era convertibile in oro in base ad una determinata quantità.

Il sistema di Bretton Woods ha cessato di essere applicato nel 1971, quando il dollaro non è stato più convertibile in oro.

Per mantenere il tasso di cambio fisso è necessario che le autorità monetarie intervengano nel mercato valutario mediante operazioni di acquisto o di vendita delle valute.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

REGIME DEI CAMBI FLUTTUANTI

Il regime dei cambi fluttuanti si ha quando l'andamento dei cambi è determinato solamente dal mercato, cioè dall'andamento della domanda e dell'offerta, senza che vi sia nessun intervento dell'autorità monetaria.

Il regime dei cambi fluttuanti espone, coloro che effettuano scambi internazionali, al rischio di cambio. Infatti, tra il momento in cui viene concluso il contratto e il momento del pagamento intercorre del tempo e il tasso di cambio può subire variazioni.

Esempio: un commerciante italiano vende 5.000 euro di merce negli Stati Uniti. Il pagamento è fissato in dollari USA. Il giorno della conclusione del contratto il tasso di cambio Dollaro USA/Euro è di 1,12: quindi viene concordato il pagamento di 5.600 $ (5.000 x 1,12). Il giorno in cui viene effettuato il pagamento il cambio Dollaro USA/Euro è di 1,15. Il commerciante italiano avrà conseguito dalla vendita soltanto 4.870 euro (5.600/ 1,15).

Per questa ragione, gli esportatori preferiscono essere pagati nella loro moneta nazionale.

Esempio: se il commerciante italiano stabilisce che la somma che gli è dovuta è di 5.000 euro, il rischio di cambio grava sull'importatore. Infatti, al momento della conclusione del contratto l'importatore dovrebbe corrispondere alla controparte 5.600 dollari, mentre al momento del pagamento si troverà a pagare, effettivamente, 5.750 dollari (5.000 x 1,15).

La libera fluttuazione dei cambi può avere ripercussioni sugli scambi internazionali. Se il cambio sale, le esportazioni tendono a ridursi e ciò si può riflettere sulla produzione delle industrie e sull'occupazione. Se il cambio scende, le esportazioni aumentano e si potrebbe avere un aumento dell'inflazione dovuto alla maggiore domanda di beni.

REGIME DEI CAMBI FLESSIBILI

Il regime dei cambi flessibili è un regime intermedio tra quello dei cambi fissi e quello dei cambi fluttuanti.

Esso prevede che il valore di alcune valute sia agganciato ad una moneta di riferimento, ma sono previsti margini di oscillazione più ampi rispetto al regime dei cambi fissi. Le banche centrali possono intervenire nel mercato dei cambi con un duplice obiettivo:

  • ridurre le oscillazioni del tasso di cambio;
  • orientare il tasso di cambio verso i valori desiderati.

 
 
 

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