LA RENDITA
IL CONCETTO DI RENDITA
LA RENDITA
Mentre il reddito è la ricchezza prodotta in un certo periodo di tempo per effetto dell'attività lavorativa svolta da un soggetto, la rendita è una ricchezza prodotta da un soggetto senza che questi svolga una particolare attività lavorativa.
In altre parole la rendita è il reddito percepito dal proprietario di un bene.
IL CONCETTO DI RENDITA
Il termine rendita viene spesso impiegato con vari significati, ma in economia esso indica il reddito che spetta al proprietario della terra (si parla a tale proposito di rendita fondiaria) o al proprietario di altri fattori produttivi naturali, come miniere, giacimenti petroliferi, risorse idriche, ecc..., caratterizzati dalla loro scarsità.
Dato che questi beni sono scarsi, la loro offerta non può aumentare: il prezzo di tali beni si forma, quindi, per effetto dell'incontro della domanda e dell'offerta. Evidentemente, quindi, essendo l'offerta rigida, un aumento della domanda fa aumentare il prezzo di mercato. Se, invece, la domanda diminuisce si riduce anche il prezzo di mercato, mentre la quantità offerta rimane invariata.
RICARDO E LA RENDITA DIFFERENZIALE
Lo studio della rendita e il suo stesso concetto è legato a David Ricardo, economista inglese appartenente alla scuola classica, vissuto tra la fine del '700 e il primo ventennio dell'800.
Ricardo afferma che la rendita è quella parte del prodotto della terra che viene pagata al proprietario per l'uso dei poteri originari e indistruttibili del suolo.
Come si vede da questa definizione, il concetto di rendita è inizialmente legato alla rendita fondiaria.
Secondo Ricardo, gli uomini iniziarono col coltivare le terre migliori, quelle con una maggiore produttività. Essi vendevano i prodotti agricoli ricavati da tali terreni ad un prezzo che consentiva il solo rimborso del costo: tale prezzo era, quindi, rappresentato dal compenso per il capitale e il lavoro svolti. Quindi, inizialmente, la rendita non esisteva.
Quando la popolazione iniziò ad aumentare, aumentò anche la domanda di prodotti agricoli. Dalle terre già coltivate non si potevano ottenere ulteriori prodotti in base a quanto affermato dalla legge sui rendimenti decrescenti, secondo la quale ogni unità aggiuntiva di un determinato fattore della produzione, fermi restando tutti gli altri, determina rendimenti via via minori. Per questa ragione si iniziarono a coltivare terreni meno fertili o più lontani dai mercati di vendita: ciò portò ad un aumento dei costi di produzione e dei costi di trasporto.
In un regime di libera concorrenza vige la legge di Jevons o legge del prezzo unico secondo il quale lo stesso bene deve essere venduto allo stesso prezzo. In un simile contesto sarà il costo sostenuto dai produttori agricoli che sostengono costi maggiori a determinare il prezzo di vendita, dato che essi non possono vendere ad un prezzo inferiore al costo. Così facendo, però, i proprietari dei terreni meno fertili o più lontani dai mercati di vendita riescono semplicemente a coprire i costi sostenuti, mentre i proprietari dei terreni migliori (più fertili e più vicini ai mercati di vendita) realizzano un extra-guadagno dato dalla differenza tra il prezzo di vendita e il costo di produzione sostenuto. Questo extra-guadagno non è altro che la rendita.
La rendita viene detta differenziale perché nasce dalla differenza tra i costi di produzione dei terreni più fertili e più vicini ai mercati di vendita e i costi di produzione dei terreni meno fertili e più lontani dai mercati di vendita. La rendita diminuisce quando si passa dai primi terreni ai secondi, fino ad annullarsi completamente per i terreni meno fertili e più lontani dai mercati.
Più aumenta la messa a coltura di terreni meno fertili, più aumenta la rendita differenziale dei proprietari dei terreni più fertili.
Il terreno che porta ad annullare completamente la rendita, dato che il costo di produzione è uguale al prezzo di vendita, prende il nome di terreno marginale.
Oltre ai terreni, esistono altri beni dai quali si possono ottenere delle rendite differenziali: si pensi, ad esempio, alle miniere: i minerali possono trovarsi a varie profondità e possono essere più o meno facilmente estraibili. Quindi si possono estendere alle rendite minerarie le considerazioni fatte sin qui per le rendite fondiarie.
RENDITA ASSOLUTA
Al concetto di rendita differenziale si affianca quello di rendita assoluta.
La rendita assoluta spetta ai titolari di beni scarsi quando la domanda è superiore all'offerta. Più il bene è scarso, più la domanda supera l'offerta e maggiore è la rendita assoluta.
Esempio: i proprietari dei terreni agricoli beneficiano di tale rendita quando la domanda aumenta e tutti i terreni coltivabili sono stati messi a coltura.
Anche la terra marginale beneficia di una rendita assoluta.
La rendita assoluta è uguale per tutti i terreni. Essa si somma alla rendita differenziale che, come si è detto, è maggiore per i terreni più fertili e più vicini ai luoghi di consumo.
RENDITA EDILIZIA
La rendita fondiaria ha formato oggetto di molti studi in passato: ciò è dovuto al fatto che, per molto tempo, la ricchezza era soprattutto legata al possesso della terra.
Attualmente, soprattutto nei paesi industrializzati, è molto importante anche la rendita edilizia che nasce dalla posizione che un suolo ha rispetto al centro urbano, alla sua maggiore o minore vicinanza ad esso.
RENDITE TEMPORANEE
La rendita può essere prodotta anche da beni che, solo temporaneamente sono scarsi.
Esempio: un'impresa dispone di un macchinario nuovo presente sul mercato in pochissimi esemplari. Questo permette all'impresa di realizzare, per un certo periodo di tempo, dei profitti più elevati rispetto alle altre imprese Questa situazione di vantaggio, però, sarà limitata nel tempo dato che, poco a poco, anche le imprese concorrenti inizieranno ad utilizzare gli stessi macchinari.
Per questo motivo, i maggiori profitti così realizzati rappresentano una rendita temporanea detta anche quasi-rendita o rendita marshalliana, da Marshall, l'autore che per primo l'ha studiata.