LA FORMAZIONE DEL GOVERNO

DAL MANDATO PRESIDENZIALE ALLA FIDUCIA PARLAMENTARE

COME SI FORMA IL GOVERNO

La formazione del Governo è uno degli aspetti più importanti del funzionamento di uno Stato democratico.

In Italia, la nascita di un nuovo Governo segue un processo preciso, scandito da fasi ben definite che coinvolgono il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei ministri designato e il Parlamento.

Di seguito analizzeremo ogni fase di questo percorso, cercando di chiarire i passaggi essenziali e confrontando brevemente il sistema italiano con quello di altri Paesi dell’Unione Europea.

LA NOMINA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

In Italia, il Presidente del Consiglio non viene eletto direttamente dai cittadini.

La scelta del Presidente del Consiglio avviene attraverso una procedura istituzionale che inizia con le consultazioni svolte dal Presidente della Repubblica. Queste consultazioni sono fondamentali per individuare una personalità politica che abbia il sostegno della maggioranza parlamentare.

Dopo le elezioni politiche, quando il Governo uscente rassegna le dimissioni o cade per altre ragioni, il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni con i rappresentanti dei gruppi parlamentari e con le altre figure di rilievo politico. Al termine di queste consultazioni, il Presidente della Repubblica individua una persona che ritiene possa ottenere la fiducia del Parlamento e la nomina Presidente del Consiglio dei ministri.

La scelta del Presidente del Consiglio è fortemente legata ai rapporti di forza tra i partiti e alla composizione del Parlamento. È possibile che la personalità indicata dal Presidente della Repubblica non sia un leader di partito, ma una figura più tecnica, come accaduto in alcune occasioni della storia politica italiana (ad esempio con Mario Monti nel 2011). Tuttavia, la regola generale è che il nominato sia espressione della volontà politica della maggioranza parlamentare.

LA RISERVA E IL SUO SCIOGLIMENTO

Una volta nominato, il Presidente del Consiglio designato può accettare l'incarico con riserva.

La riserva è un periodo di riflessione e consultazione durante il quale il Presidente del Consiglio incaricato verifica se esistono le condizioni politiche necessarie per formare un Governo che possa ottenere la fiducia del Parlamento. In altre parole, il Premier incaricato ha il compito di negoziare con i partiti politici, cercando di costruire una coalizione solida e concordando la composizione del Consiglio dei Ministri.

La durata di questa fase può variare, ma in genere si cerca di concluderla nel più breve tempo possibile per evitare vuoti di potere e incertezze istituzionali. Quando il Presidente del Consiglio incaricato ritiene di aver completato con successo questa fase, torna dal Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva. In caso positivo, accetta formalmente l’incarico e presenta la lista dei ministri, che devono essere nominati anch'essi dal Capo dello Stato.

IL GIURAMENTO DEL GOVERNO

Una volta che il Presidente del Consiglio e i ministri sono stati nominati, si procede alla fase del giuramento. Questo atto è previsto dall'articolo 93 della Costituzione italiana e sancisce l’inizio formale delle funzioni di Governo. Il giuramento avviene di fronte al Presidente della Repubblica e consiste nell'impegno di osservare fedelmente la Costituzione e di esercitare le funzioni con disciplina e onore.

Con il giuramento, il Governo entra ufficialmente in carica, ma la sua operatività dipende ancora da un passaggio cruciale: la fiducia del Parlamento.

LA FIDUCIA PARLAMENTARE

La fiducia del Parlamento è un requisito costituzionale fondamentale per la piena legittimazione di un Governo.

Secondo l’articolo 94 della Costituzione, entro dieci giorni dal suo insediamento, il Governo deve presentarsi davanti ad entrambe le Camere (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) per ottenere la fiducia.

La fiducia viene concessa attraverso una votazione a maggioranza semplice: il Governo deve ottenere la maggioranza dei voti presenti, al netto delle astensioni.

La fiducia è un atto politico di enorme rilevanza, in quanto determina la capacità del Governo di agire e di adottare le sue politiche. Se il Governo non ottiene la fiducia, è obbligato a dimettersi, e il processo di formazione del Governo riparte da capo. In caso contrario, il Governo ottiene la piena legittimazione a governare.

DURATA DEL GOVERNO

La durata di un Governo in Italia non è predeterminata dalla Costituzione: essa dipende dalla capacità del Governo di mantenere la fiducia del Parlamento. In pratica, ciò significa che il Governo può durare per tutta la legislatura, che è di cinque anni, a meno che non perda la fiducia del Parlamento o presenti le dimissioni.

In media, i governi italiani tendono ad avere una vita piuttosto breve rispetto ad altri Paesi europei, a causa della frammentazione politica e delle frequenti crisi di maggioranza

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

LA MOZIONE DI FIDUCIA

La mozione di fiducia è un atto formale con cui il Parlamento esprime il suo sostegno all’esecutivo.

In Italia, viene proposta dal Governo per ottenere l'approvazione da parte delle Camere. La mozione viene votata dopo una discussione in aula e, se approvata, consente al Governo di proseguire nella sua attività.

Può accadere che, nel corso della legislatura, il Governo senta la necessità di verificare il proprio sostegno parlamentare anche su questioni specifiche. In tal caso, può legare la sua permanenza in carica all'approvazione di un determinato provvedimento, presentando una mozione di fiducia su quel provvedimento specifico.

LA QUESTIONE DI FIDUCIA: COS'E' E PERCHE' E' DVERSA DALLA MOZIONE DI FIDUCIA

La questione di fiducia è uno strumento particolarmente delicato, utilizzato dal Governo per vincolare la propria esistenza all’approvazione di un provvedimento.

Quando il Governo pone la questione di fiducia su un disegno di legge o su una misura, chiede alle Camere di esprimersi non solo sul merito del provvedimento, ma anche sulla fiducia stessa all’esecutivo. In caso di voto negativo, il Governo è tenuto a dimettersi.

La questione di fiducia viene solitamente utilizzata su provvedimenti cruciali per la tenuta del Governo o su riforme particolarmente importanti.

Sebbene sia uno strumento legittimo, il suo abuso può essere visto come un segno di debolezza dell’esecutivo, incapace di ottenere l’approvazione parlamentare con i normali mezzi del dibattito e della persuasione politica.

LA FORMAZIONE DEL GOVERNO IN ALTRI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA

Sebbene il sistema parlamentare italiano sia specifico, anche in altri Paesi dell’Unione Europea il processo di formazione del Governo segue modalità simili, con differenze legate alle specificità costituzionali e politiche di ciascun Paese.

In Germania, ad esempio, il processo di nomina del Cancelliere è guidato dal Presidente federale, ma la figura proposta deve ottenere la fiducia del Bundestag (il Parlamento tedesco) per poter entrare in carica. Se la fiducia non viene concessa, il Presidente può sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni.

Nel Regno Unito, il Primo Ministro è il leader del partito che ottiene la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Comuni. In mancanza di una maggioranza assoluta, può formarsi un Governo di coalizione, come è accaduto in alcune occasioni recenti.

IL VOTO DI FIDUCIA IN ALTRI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA

Il voto di fiducia è presente in molti sistemi parlamentari europei, ma con alcune varianti.

In Francia, ad esempio, il Primo Ministro è nominato dal Presidente della Repubblica e non deve necessariamente ottenere un voto di fiducia iniziale dall'Assemblea Nazionale, sebbene quest'ultima possa in qualsiasi momento presentare una mozione di censura per far cadere il Governo.

In Spagna, il Presidente del Governo (equivalente del Primo Ministro) deve invece ottenere la fiducia del Congresso dei Deputati prima di poter entrare in carica. Il sistema prevede due votazioni: la prima richiede la maggioranza assoluta, mentre la seconda, se necessaria, richiede solo la maggioranza semplice.

 
 
 

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