DICHIARAZIONI NON SERIE, RISERVA MENTALE, SIMULAZIONE
DIVERGENZE VOLUTE TRA VOLONTÀ INTERNA E VOLONTÀ MANIFESTATA
DIVERGENZE VOLUTE
I casi divergenze volute tra la volontà interna del soggetto e la volontà manifestata sono tre:
- le dichiarazioni non serie;
- la riserva mentale;
- la simulazione.
DICHIARAZIONI NON SERIE
Sono dichiarazioni non serie quelle fatte per gioco, per scherzo, per esemplificazione didattica.
In questi casi il dichiarante non vuole compiere un negozio giuridico e, quindi, esso non si forma.
Esempio: il professore che compila una cambiale per spiegare ai suoi allievi come si fa, non ha intenzione di firmare realmente un titolo di credito.
RISERVA MENTALE
La riserva mentale si ha quando una persona dichiara volutamente una cosa diversa da ciò che effettivamente vuole:
- senza essersi messa d'accordo con l'altra parte;
- senza che l'altra parte sia in grado di accorgersi della divergenza tra la volontà interna e quella manifestata.
La riserva mentale è un atto interno che l'altra parte non conosce. Il negozio giuridico, quindi, è valido e produce tutti gli effetti.
Esempio: Tizio entra in un negozio ed è indeciso sull'acquisto di un oggetto. La commessa è talmente insistente che alla fine Tizio lo compra anche se non ne è pienamente convito. L'acquisto fatto è comunque valido nonostante i dubbi di Tizio.
SIMULAZIONE
Anche la simulazione consiste nel volere una cosa diversa rispetto a quella dichiarata, ma vi è un accordo tra le parti che concludono il negozio, e tale accordo ha come scopo:
- quello di trarre in inganno i terzi
- quello di sottrarsi ad un divieto posto dalla legge.
Quindi, nella simulazione le parti si mettono d'accordo tra loro fingendo di porre in essere un negozio giuridico, ma in realtà non vogliono che si producano gli effetti di tale negozio.
La differenza rispetto alla riserva mentale, sta quindi nell'accordo tra le parti che è detto accordo simulatorio.
Esempi:
- Tizio ha moltissimi debiti e per evitare che i creditori inizino un'esecuzione forzata su di essi finge di vendere i suoi beni a Caio. In realtà Caio non paga il prezzo concordato e Tizio rimane in possesso dei suoi beni;
- Tizio e Caio stipulano un contratto di compravendita relativo ad un bene immobile. Per pagare un'imposta di registro inferiore al dovuto, essi dichiarano un valore più basso rispetto a quanto effettivamente è stato pagato dal compratore dato che l'imposta di registro è commisurata al valore del bene ceduto.
Lo scopo per il quale le parti ricorrono alla simulazione prende il nome di causa simulandi e può essere uno scopo:
- lecito;
- illecito. In questo caso si parla di simulazione fraudolenta.
NEGOZI NEI QUALI E' POSSIBILE AVERE LA SIMULAZIONE
Dato che la simulazione presuppone l'accordo tra le parti essa è possibile solamente nei negozi:
- bilaterali;
- plurilaterali;
- unilaterali ricettizi.
Essa, invece, non è ammissibile nei negozi unilaterali non ricettizi.