LA TEORIA DEL PLUSVALORE
LA TEORIA DEL PLUSVALORE DI KARL MARX
TEORIA DEL PLUSVALORE
Secondo Karl Marx il profitto corrisponde alla differenza tra il valore dei beni prodotti e il salario di sussistenza corrisposto ai lavoratori.
Tale teoria è nota come teoria del plusvalore.
Marx chiama:
- il valore dei beni prodotti, valore creato dal lavoro;
- il salario, valore consumato.
SAGGIO DI SFRUTTAMENTO
Secondo Marx le merci prodotte dal lavoro sono superiori rispetto a quelle necessarie al pagamento del salario di sussistenza.
Esempio: in una giornata lavorativa, un lavoratore, cede all'impresa una forza-lavoro pari a 70 euro. Il datore di lavoro paga per tale lavoro una retribuzione di sussistenza pari a 30 euro. La differenza di 40 euro rappresenta il plusvalore.
La differenza tra il tempo di lavoro prestato dal lavoratore e quello necessario a produrre il salario di sussistenza prende il nome di pluslavoro.
Il saggio di sfruttamento, secondo Marx, è dato dal rapporto:
- tra il plusvalore che nasce dal pluslavoro e che indichiamo con s;
- e il capitale anticipato dal capitalista per il pagamento dei salari, detto capitale variabile, che indichiamo con V.
Quindi:
saggio di sfruttamento =
s/ V.
SAGGIO DI PROFITTO
Sempre secondo Marx, il saggio di profitto è dato dal rapporto tra:
- il pluslavoro, che indichiamo sempre con s;
- il capitale complessivamente impiegato, rappresentato dal capitale variabile (V) e dal capitale costante foramto dalla materie prime e dai macchinari (che indicheremo con C).
Quindi:
saggio di profitto = s/
(V + C).
RELAZIONE DEL SAGGIO DI SFRUTTAMENTO E DEL SAGGIO DI PROFITTO CON IL PLUSVALORE
Dalle formule precedenti è evidente che, il saggio di sfruttamento e il saggio di profitto, saranno tanto minori, a parità di altre condizioni, quanto minore è il valore del plusvalore s.