LA TEORIA NEOQUANTITATIVA DELLA MONETA
LA TEORIA NEOQUANTITATIVA DI FRIEDMAN
TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA DI FISHER
La teoria neoquantitativa della moneta elaborata da Friedman si riaggancia alla teoria quantitativa della moneta di Fisher pur presentando, rispetto a questa, delle differenze sostanziali.
Fisher afferma che il livello generale dei prezzi è direttamente proporzionale alla quantità di moneta disponibile.
Di conseguenza, se aumenta la quantità di moneta in circolazione, aumenta il livello generale dei prezzi e viceversa.
La formula che lega le due grandezze in questione è la seguente:
P = MV/Q
dove:
- M è la quantità di moneta esistente;
- V è la velocità di circolazione della moneta;
- Q è la quantità di beni e servizi scambiati;
- P è il livello generale dei prezzi.
In questa formula si assumono i valori di V e di Q costanti nel breve periodo.
LIMITI DELLA TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA DI FISCHER
Come si è detto la teoria quantitativa della moneta di Fisher considera V e Q costanti nel breve periodo.
Da qui deriva la considerazione che, se aumenta la quantità di moneta disponibile, aumenta il livello generale dei prezzi e viceversa.
In base a delle ricerche effettive, i neoquantitativi, ritengono che la velocità di circolazione della moneta non è costante nel breve periodo, ma varia: essa aumenta nelle fasi di espansione dell'economia, mentre decresce nelle fasi di depressione.
TEORIA NEOQUANTITATIVA DI FRIEDMAN
Durante la fase di espansione, aumenta il reddito con un conseguente aumento dei consumi di beni e degli investimenti. Ciò comporta una diminuzione della quota di reddito tenuta in forma liquida e un aumento della velocità di circolazione della moneta.
Secondo Friedman nel breve periodo, la velocità di circolazione della moneta V varia, anche se entro limiti modesti, mentre nel lungo periodo la velocità di circolazione della moneta tende ad essere stabile. Una variazione della quantità di moneta in circolazione M, determina sempre (sia nel breve che nel lungo termine) una variazione del reddito (MQ).
Sempre secondo Friendman i tassi di interesse non avrebbero alcuna influenza sulla domanda di moneta.
CONSEGUENZE DELLA TEORIA QUANTITATIVA DI FRIEDMAN
Se si accettano le conclusioni della teoria quantitativa di Friedman, si possono trarre importanti conclusioni riguardanti alcune azioni di politica monetaria.
Una variazione del reddito nazionale comporta una variazione della quantità di moneta domandata e, una variazione della quantità di moneta offerta comporta una variazione del reddito nazionale.
E' evidente che, in questo modo, la quantità di moneta in circolazione diventa uno strumento estremamente importante per controllare l'intera economia di un paese.
Secondo i seguaci di tale teoria, la quantità di moneta in circolazione deve aumentare in modo costante in maniera da attenuare l'alternarsi delle fasi di espansione e di quelle di depressione dell'economia.