IL SISTEMA BANCARIO

IL SISTEMA BANCARIO E SUA REGOLAMENTAZIONE

ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO

Il sistema bancario italiano è un sistema gerarchico.

Al vertice troviamo il Ministero dell'Economia e delle Finanze che emette decreti e provvedimenti in materia di credito.

Subito dopo troviamo il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio che ha funzioni di vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio.

Vi è poi la Banca d'Italia, che è la banca centrale nazionale del nostro paese, e che fa parte del Sistema europeo delle banche centrali che è coordinato dalla Banca Centrale Europea (BCE).

BANCA D'ITALIA

La Banca d'Italia è la banca centrale italiana. Essa è sorta nel 1893.

Nel periodo compreso tra il 1926 e il 1998, la Banca d'Italia è stata anche istituto di emissione poiché svolgeva l'importante compito di emettere la carta moneta.

Dal momento dell'adozione dell'euro da parte dell'Italia, spetta alla Banca Centrale Europea il compito di emettere moneta.

Attualmente alla Banca d'Italia compete:

  • la concessione di credito alle banche;
  • l'intervento in materia di politica monetaria al fine di ampliare o ridurre il credito. Questa attività non può essere svolta dalla Banca d'Italia in piena autonomia, ma deve essere concordata con la Banca Centrale Europea;
  • il controllo delle banche ordinarie;
  • il mantenimento dell'equilibrio della Bilancia dei pagamenti.

EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

Il sistema bancario italiano è stato disciplinato, nel periodo compreso tra il 1936 e 1993 dalla legge bancaria.

Nel 1993 è stato emanato il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia entrato in vigore il 1° gennaio 1994. Esso ha abrogato la precedente legge bancaria e regola attualmente il nostro sistema bancario.

LA LEZIONE PROSEGUE SOTTO LA PUBBLICITA'

LEGGE BANCARIA DEL 1936

Il sistema bancario italiano è stato disciplinato per molto tempo dalla legge bancaria del 1936. Fino ad allora nel nostro paese, erano molto diffuse le banche miste che erogavano sia finanziamenti a breve termine che finanziamenti a medio e lungo termine alle imprese, attraverso l'acquisto di partecipazioni azionarie. Dopo la prima guerra mondiale, in seguito alla crisi economica, molte banche si trovarono in difficoltà avendo investito grosse somme in grandi imprese in crisi. Lo Stato intervenne per evitare il loro fallimento: le partecipazioni industriali di tali banche furono trasferite all'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), le maggiori banche divennero pubbliche e fu emanata la legge bancaria che doveva evitare il ripetersi di queste situazioni di carenza di liquidità in cui si erano venute a trovare le banche.

La legge bancaria del 1936 era basata soprattutto sul principio della specializzazione del credito, cioè distingueva le banche in base alla durata delle operazioni.

Per questo venivano distinte due categorie di banche:

  • le aziende di credito ordinario che raccoglievano fondi a breve termine e concedevano prestiti a breve termine;
  • gli istituti di credito speciale che raccoglievano fondi a medio e lungo termine ed effettuavano prestiti a medio e lungo termine.

La distinzione tra banche operanti a breve termine e quelle operanti a medio e lungo termine era una distinzione basata sulla scadenza formale dell'operazione e non sulla sua durata effettiva. Esempio: una somma prelevabile a vista da parte del risparmiatore, cioè prelevabile in qualsiasi momento, può restare depositata presso la banca anche per anni. Un finanziamento a breve termine accordato ad un'impresa si può trasformare, attraverso una serie di rinnovi alla scadenza, in un finanziamento a medio o a lungo termine.

Per ciò che riguardava la natura giuridica delle banche, esse erano molto eterogenee. Vi erano:

  • banche private che avevano la forma giuridica di società;
  • banche pubbliche facenti capo a persone giuridiche di diritto pubblico;
  • banche di interesse nazionale cioè banche giuridicamente private, ma appartenenti ad un ente pubblico nate dal salvataggio, da parte dello Stato, delle banche in crisi.

TESTO UNICO DL 1993

Le novità introdotte dal Testo Unico del 1993 nascono dall'esigenza di adeguare il nostro sistema bancario a quello europeo e ai mercati sempre più globalizzati.

Con il Testo Unico del 1993 le principali regole del nuovo sistema bancario sono:

  • ogni banca può effettuare sia operazioni a breve termine che operazioni a medio e lungo termine. Viene abrogata la specializzazione del credito e la precedente distinzione tra aziende di credito ordinario e istituti di credito speciale. La banca può anche investire nelle grandi industrie acquistandone le azioni;
  • per la sua costituzione la banca necessita di una autorizzazione;
  • una banca, regolarmente costituita in uno Stato dell'Unione Europea, può aprire filiali presso qualsiasi stato membro. Questo principio, detto del mutuo riconoscimento, mira alla creazione di un mercato unico europeo favorendo la concorrenza;
  • le banche possono costituirsi solamente come Società per Azioni o Società Cooperative a responsabilità limitata (è il caso delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo). Vengono, di conseguenza, abrogate le banche pubbliche.

TIPI DI BANCHE

Dopo la riforma introdotta dal Testo Unico del 1993 le banche hanno la possibilità di scegliere tra tre diversi modelli:

  • la banca universale, cioè un banca che può effettuare operazioni di raccolta e di impiego senza limiti di durata e sotto qualsiasi forma tecnica e che può svolgere funzioni che vanno anche oltre l'intermediazione finanziaria;
  • il gruppo bancario polifunzionale, cioè un gruppo di banche o di intermediari finanziari, ognuno dei quali è pienamente autonomo sotto il profilo giuridico, ma facenti tutti capo ad una stessa società capogruppo. Esempio: la banca X crea una società Z, di cui possiede la maggioranza, per lo svolgimento di operazioni di factoring;
  • la banca specializzata, cioè la banca che si occupa solamente di un determinato tipo di operazioni come nel precedente ordinamento.

 
 
 

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